Istituto comprensivo paritario cattolico

News dalla Secondaria – Aprile

La scuola non si ferma! 

Affermazione vera, oggi più che mai. La scuola siamo noi, come studenti o come insegnanti, come dirigenti o come genitori, da vicino e da lontano, e non è un luogo che ne determina  l’essenza ma la volontà delle persone che la vivono.

Ecco perchè sono le parole e i fatti di queste persone che descrivono al meglio questa essenza.

                             

“Metti un ottimo libro, metti prelibatezze preparate dai ragazzi stessi e condivise virtualmente con i compagni, metti la voglia di portare avanti una consuetudine fra le più amate della Scuola secondaria… e il piatto è servito! “La memoria rende liberi” di Liliana Segre è stato il testo dibattuto. Si è parlato di privazione di libertà in ben altra cornice storica e, forse, il confronto ha aiutato i ragazzi a comprendere il valore del sacrificio chiesto loro in questi ultimi mesi…”

“In questo periodo di distanza mi sono accorta di quanto siano importanti le relazioni: dalle chiacchiere di tutte le mattine con le mie compagne lungo il tragitto fino a scuola, ai momenti in cui mi confido con le amiche più strette, alle battute scambiate in classe tra una lezione e un’altra, all’intervallo. La scuola è tutto questo e non solo: è come una trama di fili intrecciati. E ora? Cosa rimane?Il primo periodo a casa mi sembrava di essere in vacanza, anche perché non capivo la gravità della situazione; poi ho iniziato a sentire che tutto ciò che prima mi impegnava tanto, iniziava a mancarmi. Solitamente mi lamento di avere poco tempo per me, tra la scuola, lo sport e i compiti, e adesso, che ne ho tanto, la normalità mi manca.Quando sono iniziate le lezioni a distanza, mi sentivo strana, poi piano piano ho iniziato ad abituarmi e, tutto sommato, mi sembra di essere tornata a scuola: le lezioni, i miei compagni, i professori, le valutazioni e i consigli. Posso dire che, nonostante la situazione particolare, non mi sento sola. Anzi di questi mesi ho apprezzato tutte le presentazioni e le lezioni che hanno preparato gli insegnanti per aiutarci a lavorare meglio. Ecco di questo periodo ricorderò lo sforzo di tutti per non farci sentire soli.” Giulia L.

                       

“Creare nuovi giochi, ripassare le procedure di rianimazione e mantenere il corpo in forma con esercizi e percorsi, per un benessere fisico e mentale.”

“Mi manca la scuola.

Mi manca la mia classe, non le mura ovviamente… mi mancano i compagni, poterli vedere di persona, parlare con loro all’intervallo, dividere la merenda e i pareri. Mi manca il mio banco, che mi aspettava tutti i giorni, pronto per essere utilizzato. Mi mancano i professori, interagire con loro, avere delle risposte di persona e non attraverso uno schermo, cominciare a parlare di un argomento e finire con un altro completamente diverso.

La scuola online è comunque interessante e gli insegnanti si impegnano al massimo per rendere valida questa esperienza. E poi non abbiamo rinunciato alla gita a Firenze che fanno sempre le seconde: ci siamo andati virtualmente e l’abbiamo visitata quasi come dal vivo, entrando nei musei, ammirando le chiese (alcune anche dall’interno)… e non abbiamo pagato neanche il biglietto!” Sara B.

 

” Non possiamo uscire di casa ma nessuno ci vieta di fare la nostra gita a Firenze!! Con tanto di fotomontaggi creati dai ragazzi e selfie tra le vie della città!”

“Io sto vivendo la didattica a distanza come un’occasione per apprezzare di più quello che mi sta intorno e le occasioni che mi capitano. Ho imparato a non dare ogni cosa per scontata, a non pensare che tutto mi sia dovuto.La didattica a distanza mi ha fatto capire quanto fosse bello poter andare a scuola, anche solo per incontrare i compagni.Il nuovo modo di fare lezione sinceramente non mi piace molto, però ho percepito un forte sentimento di umanità, voglia di dare senza ricevere nulla in cambio.  Alla televisione avevo visto una pubblicità, in cui c’erano gli sportivi della nazionale italiana che dicevano di voler far vincere all’Italia anche questa partita. Allora ho pensato che anche noi siamo una squadra: studenti e professori insieme, dallo stesso lato, non come in classe dove la separazione è segnata da un banco più grande degli altri. Questa volta siamo tutti dalla stessa parte e insieme, con l’impegno di tutti, possiamo continuare ad andare avanti: girone per girone, vincendo una partita dopo l’altra. Però è indispensabile che tutti ci credano, perché basta che uno molli e la partita non si vince più.” Rebecca B.

                       

“I ragazzi di prima in occasione delle vacanze pasquali si sono cimentati in tre diverse attività appartenenti alla British Easter traditions condividendo elaborati, power point e video di ricette : Let’s paint Easter eggs, The Easter egg hunt, Let’s make Hot Cross Buns!!”

“Non è facile trovare le parole per descrivere un’esperienza che di sicuro ci rimarrà impressa nella memoria: io lo trovo uno di quei ricordi che non vuoi ricordare. È strano, molto strano. E non è facile.

Tutti i rapporti sono cambiati, e, se a volte è faticoso aprirsi con le persone, figuriamoci con un tablet! Mi mancano sicuramente gli amici. Mi mancano le espressioni di orrore dei professori, quando raccontavo le peggiori barzellette: allora sì che mi divertivo. Mi manca il brivido dei cinque minuti prima di una verifica di geografia o di italiano, quando ognuno dava di matto come più gli piaceva.” Beatrice C.

 

“Il 25 Aprile ci permette di riflettere sul vero significato di Libertà. C’è chi la da per scontata, chi sa di averla ma non sa definirla, chi non l’ha ma non sa perchè… e noi? Per noi cosa vuol dire Libertà?”

“Si può sfruttare la cucina per poter spiegare i rapporti e le proporzioni ai ragazzi. Con le crostate “matematiche” imparano ad astrarre dalla realtà quotidiana delle conoscenze matematiche.”

“La creatività si può esprimere in varie forme, utilizzando dei materiali famigliari o inaspettati, provando nuove tecniche e nuovi programmi, prendendo spunto da esperienze di altri e facendole nostre, spinti da curiosità e nuovi stimoli!”

“Oggi gli insegnanti siete voi! Trasmettere l’impegno e la costanza di chi si dedica alla propria passione musicalei!”

“Che storia particolare… improvvisamente dalla vita quotidiana, che può sembrare anche monotona, ci si ritrova in una situazione nuova e inaspettata. Così, tutto di colpo, non si può più fare ciò che prima era scontato, come per esempio andare a scuola. Non ci si deve più alzare presto al mattino, fare colazione in fretta, prepararsi velocemente… ecco, non mi sarei mai aspettato di dirlo, ma mi manca tanto la scuola! Non vedo l’ora che arrivi il nuovo anno scolastico!” Alessandro D.

                   
” Studiare la cultura e le tradizioni di un popolo non basta… immedesimiamoci! Impariamo con il corpo, ballando!”
” I ragazzi hanno viaggiato nei secoli, operando dei confronti tra i documenti del passato, la Dichiarazione di indipendenza americana (1776) e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (1789), fino ad arrivare al presente, che poggia sui pilastri della Dichiarazione universale dei diritti umani (1948) e della nostra Costituzione (1948).

Ultima tappa il 25 aprile, con la commemorazione dell’anniversario della Liberazione d’Italia. Ai ragazzi sono state proposte alcune citazioni dei protagonisti di quell’evento, che hanno commentato riflettendo sui sentimenti e le emozioni espresse dai loro autori.”

“Dopo venti anni di regime e dopo cinque di guerra, eravamo ridiventati uomini con un volto solo e un’anima sola. Eravamo di nuovo completamente noi stessi. Ci sentivamo di nuovo uomini civili. Da oppressi eravamo ridiventati uomini liberi. Quel giorno, o amici, abbiamo vissuto una tra le esperienze più belle che all’uomo sia dato di provare: il miracolo della libertà” – Norberto Bobbio

“Secondo me, Bobbio esprime con queste parole gioia, orgoglio e dignità.”  Christian 

“Nel testo mi hanno colpito queste parole, che secondo me risaltano: uomini civili, uomini liberi, il miracolo della libertà.”  Camilla

 

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare” – Piero Calamandrei

“L’autore nella citazione esprime ciò che è stato per lui il periodo di Resistenza, si è accorto che tutto, anche le cose che si danno  per scontate, diventa importante in alcune occasioni. Nella frase riportata qua sopra scrive che la libertà è come l’aria, che ci si accorge quanto vale solo quando manca, condivido questo pensiero, è da questi momenti che si impara a godersi ciò che si ha e le piccole cose… Credo che la parola chiave della citazione è libertà, molte volte diamo per scontata la libertà, non ci rendiamo conto che questa parola per altri, che hanno lottato per assicurarla a noi, è stata difficile da ottenere. Ci sono persone nel mondo a cui non viene concesso questo diritto, persone che lottano tutti i giorni per essere liberi. Io penso che dobbiamo imparare ad apprezzare e ringraziare chi ha sacrificato la sua vita per concederci la libertà. ” Valentina 

 

“È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature” – Sandro Pertini

“Secondo me nella citazione l’autore esprime amarezza, le parole chiave sono “peggiore” e “migliore”. Quando noi usiamo queste parole per fare dei confronti, l’aggettivo “migliore” indica una cosa che per noi è certamente migliore di un’altra, è superiore, ne siamo convinti. Non ci aspettiamo che la cosa che uno ci dice che è migliore, in realtà non lo sia, ma Pertini nel suo testo dice proprio questo. Per quanto una dittatura possa essere la migliore del mondo, non sarà mai meglio della democrazia, anche se quest’ultima è la peggiore possibile. Ce lo dicono persone che hanno vissuto entrambe. Noi di questa generazione siamo gli ultimi che conosceranno persone che hanno vissuto la guerra. Questa frase non dobbiamo dimenticarla. Non possiamo permettere che le cose che sono capitate in passato possano ricapitare.” Rebecca

 

“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione” – Piero Calamandrei

“Penso che l’autore volesse far sentire tutta la sofferenza e l’altruismo di questi eroi che ci hanno regalato la libertà a costo della loro stessa vita. È lì che deve andare il pensiero di noi giovani, a chi prima di noi si è sacrificato. ”  Giulia     

“Secondo me l’autore ci fa sentire tanta tristezza, ma anche fierezza. La parola chiave qui è Costituzione. ” Lorenzo 

 

“Qui, vivono per sempre gli occhi che furono chiusi alla luce perché tutti li avessero aperti per sempre alla luce” – Giuseppe Ungaretti, Per i morti della Resistenza

“Nella citazione l’autore esprime il sentimento di tristezza per le persone morte, ma anche di gioia per ciò che hanno fatto per gli altri. La parola chiave che usa è “luce”, perché loro hanno spento i loro occhi alla luce per farli tenere aperti agli altri.”  Elisa

 

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