Chi porge con garbo ciò che ha studiato e/o fatto per una vita è mio maestro, mi fa venire voglia di rimanere sempre studente: dal pescatore di lungo corso al professore di astrofisica, passando per la maestra d’asilo. Che meraviglia il mondo guardato da chi sa prendersene cura!
Alessandro D’Avenia (scrittore)
Carissimi insegnanti e famiglie,
Siamo pronti a ripartire! Vi scrivo questa lettera a poche ore dal suono della prima campanella che darà inizio al nuovo anno scolastico per la nostra scuola Santa Caterina.
Dopo la circostanza della pandemia, in vista dell’apertura del nuovo anno scolastico, abbiamo parlato molto di scuola, ma quasi esclusivamente in termini organizzativi: distanziamento, mascherine, aule, orari scaglionati ecc. Tutto questo era doveroso! Ma poco abbiamo detto su cosa significhi ritornare a scuola dopo la pandemia. Proviamo a riflettere su ciò che è emerso in questi mesi e nei primi incontri avuti con i bambini e i ragazzi in questi primi giorni di accoglienza a scuola e di dialogo con loro. Sono almeno due le provocazioni che non possiamo dimenticare.
Prima di tutto le grandi domande che l’esperienza del Covid ha riproposto in modo drammatico a tutti e in particolare ai più giovani: che senso ha la morte e dunque che senso ha la vita? Dopo quel che abbiamo vissuto e in parte stiamo ancora vivendo ha ancora senso parlare di un destino umano inesorabilmente positivo? Che significato hanno la malattia, il dolore, la solitudine? Migliaia di persone sono morte sole, senza il conforto di parenti e amici: qual è il valore della condivisione, della solidarietà, dell’amicizia, dell’amore? Molti operatori sanitari hanno dato tutto se stessi e alcuni persino la vita per cercare di stare vicino e di salvare i malati, scoprendo dentro di sé una dedizione, uno spirito di sacrificio, un amore sconosciuti: cosa ci suggerisce tutto questo a proposito del cuore dell’uomo? Che senso e che valore ha lo studio in riferimento al dramma dell’uomo?
In secondo luogo, la circostanza del Covid con la chiusura delle scuole e la didattica a distanza ha fatto emergere che la scuola è prima di tutto un luogo di relazioni, una comunità di persone. Venendo a mancare l’incontro quotidiano con compagni e insegnanti ci si è resi conto dell’importanza di quei rapporti. La scuola non è semplicemente un grande contenitore che permette di apprendere dei contenuti che serviranno per il futuro ma è una avventura umana
fatta di ragazzi con tante domande e desideri che chiedono di essere condivisi da adulti che li hanno già sperimentati e li vivono nel presente.
Riteniamo che non si possa ricominciare scuola senza avere ben presente queste due questioni che l’esperienza della pandemia ha reso urgenti e drammatiche. Allora da cosa ripartire in questo nuovo anno scolastico? Ripartiamo dalla nostra esperienza umana costituita dalle stesse domande dei ragazzi, partiamo dai nostri desideri di felicità, bellezza, verità, giustizia e giochiamoli nel rapporto coi ragazzi, in tutto quello che insegniamo, in modo che l’ora di lezione diventi un’ora di scoperta e di educazione dell’umano.
I nostri studenti desiderano questo: non essere lasciati soli di fronte ai loro desideri e alle loro domande, vogliono essere ascoltati, accompagnati nella ricerca di ipotesi di risposta, scoprire e approfondire il senso della realtà e della vita. A questo compito siamo chiamati tutti, ma soprattutto noi adulti, insegnanti e genitori, ciascuno con il proprio ruolo e rispondendo alla nostra specifica vocazione.
Il Signore benedica l’inizio di questo nuovo anno scolastico, l’intercessione di Santa Caterina da Siena protegga tutti noi e ci protegga da ogni male!
Buon inizio!
don Andrea Gariboldi
Co-direttore e Assistente spirituale